Lost Tapes Vol. 4: Mimì Laganara

Mimì Laganara

Mimì Laganara, la cometa

Domenico Laganara, detto Mimì, venne alla luce in una famiglia di appassionati di musica. Nato a Bisceglie il 13 ottobre 1928 ma originario di Candela (Foggia) fu anch’egli presto avviato allo studio della musica. Dopo alcuni anni al violino tuttavia Laganara ripiegò sulla fisarmonica con l’allora maestro barese Vavalle, ma è nel 1944, a 16 anni, che accadrà qualcosa di speciale, proprio come per Santino Di Rella e Santino Tedone. Gli americani infatti, assieme agli inglesi, quell’anno misero su a Bisceglie un’orchestra da ballo jazz completandola con alcuni musicisti locali tra cui Laganara alla fisarmonica. Quest’esperienza, più l’acquisto di numerosi V-Disc direttamente dai soldati americani per 50-100 lire, lo convinsero negli anni a seguire a formare una vera e propria Big Band che inizialmente prese il nome di Ragazzi Matti o Crazy Band, perchè a Bisceglie c’era un noto manicomio! Così con alcuni dei musicisti di quell’avventura più l’innesto di altri musicisti della provincia e non, nacque nel 1949 la “Mimì Laganara e la sua Orchestra” che nel tempo si definì con la formazione in basso indicata. In tutto ciò gli arrangiamenti, sia preesistenti che originali, erano interamente rivisti e curati da Laganara il quale tra un esame e l’altro di Medicina stendeva fitte partiture. Una compagine e un musicista destinati a far strada con tournée e contratti discografici se un episodio nel 1953 non avesse fatto irruzione. Racconta il fisarmonicista come a quei tempi «non era un’altra epoca ma un altro mondo». Medico presso un Casa di Riposo gestita da suore, fu messo di fronte alla decisione di scegliere quale strada seguire poiché le suore e i religiosi dell’epoca ritenevano “peccaminoso” e “indecoroso” suonare musica da ballo. Mimì, preso da un impeto di rabbia, lasciò tutto, così l’ascesa di una stella si tramutò in passaggio di una cometa il cui bagliore è per fortuna ancora scintillante grazie ad alcune registrazioni effettuate in quegli anni. Reperti preziosi datati 25/02/1952 e 27/12/1952 (la Big Band) e 23/03/1955 (Acromegaly, Candy e Valzer in blu) che ci rivelano un fine compositore-arrangiatore fine sulla scia di Kramer, Barzizza, Petralia od Angelini nonchè un organizzato band-leader, e ci svelano un solista di pregio alla stregua di un Peppino Principe o di un Pino Di Modugno. Come ascolterete la Big Band è d’impatto, con un bellissimo tiro, e annovera solisti-improvvisatori di Ruvo di Puglia come l’eccelso Enzo Lorusso al sax contralto e clarinetto, il focoso Filippo Pellicani al sax tenore e Menghino Saulle in qualità di prima tromba. Le registrazioni, effettuate quasi per caso dal biscegliese Peppino Valls con un filofono e ora opportunamente restaurate a più mani da Tommy Cavalieri, Martino Tempesta e Gianluca Caterina, fanno rivivere quel periodo, quella freschezza e quell’entusiasmo post-bellico unico nel suo genere. Particolare segnalare anche la presenza di un allora giovanissimo chitarrista, Peppino Rana, padre del pianista Enzo Rana e nonno della virtuosa pianista classica Beatrice Rana.

Il repertorio spaziava dai classici americani come Duke Ellington, Woody Herman o Glenn Miller, che sarà possibile ascoltare nel volume dedicato a Filippo Pellicani e Menghino Saulle, ai nostrani Francesco Ferrari, Angelo Giacomazzi, Tullio Mobiglia, Guido Cergoli e lo stesso Laganara. Va detto che in questo cd si è scelto di privilegiare il repertorio italiano poichè oggi ingiustamente bistrattato. Addirittura nel caso di Trombone Sentimentale (Cergoli), Senza Tregua e Negri a Zonzo (Giacomazzi), Aranciata (Ferrari), oltre ai tre brani di Laganara, si tratta delle prime incisioni al mondo. Completano la compilation chicche come Acromegaly in solo, dello stesso Laganara, Valzer in Blu in duo con l’allora sindaco di Bisceglie Matteo Dell’Olio, sempre di propria composizione con parole di Dell’Olio e la song americana Candy (Kramer-David-Whitney), in una versione che trascende lo scorrere del tempo poiché il fisarmonicista la registrò nel 1955 ma la ritmica è stata sovraincisa da Antonio Ninni (batteria), Fabio Lopez (contrabbasso) e Nico Triggiani (chitarra elettrica Hondo) nel 2020, come in un ideale abbraccio e ricongiungimento temporale.

Dopo il suo stop nel 1953 ritroveremo Laganara episodicamente oltreché nel 1975 in “Bisceglie Gershwin” in compagnia del pianista Sante Palumbo in un gustoso 45 giri ancora reperibile; per il resto Laganara è stato Primario di Medicina Generale e Malattie Infettive presso l‘Ospedale Vittorio Emanuele II di Bisceglie, dove oggi vive.

Mimì Laganara e la sua Orchestra: Domenico “Mimì” Laganara (fisarmonica, leader), Salvatore “Rino” Dell’Olio (violino), Domenico “Menghino” Saulle (prima tromba), Leonardo Pedone (seconda tromba), Luigi Roberti (trombone), Vincenzo Lorusso (primo sax contralto e clarinetto), Filippo “Pipuccio” Pellicani (sax tenore), Pasquale Lops (secondo sax contralto), Antonio “Tonino” Minervini (piano), Giuseppe “Peppino” Rana (chitarra elettrica), Giuseppe “Peppino” Di Terlizzi (contrabbasso), Nino Morellina (batteria).

Livio Minafra, Ruvo di Puglia lì 23 maggio 2020

Mimì Laganara

Domenico Laganara, detto Mimì, venne alla luce in una famiglia di appassionati di musica. Nato a Bisceglie il 13 ottobre 1928 ma originario di Candela (Foggia) fu anch’egli presto avviato allo studio della musica. Dopo alcuni anni al violino tuttavia Laganara ripiegò sulla fisarmonica con l’allora maestro barese Vavalle, ma è nel 1944, a 16 anni, che accadrà qualcosa di speciale, proprio come per Santino Di Rella e Santino Tedone.